About Me

Svizzero di nascita, cilentano di origine e versiliese di adozione Florian D'Angelo si dedica alla fotografia sociale e d’arte da diversi anni. Laureato con il massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Carrara, discutendo la tesi “è soltanto una fotografia”. Ha collaborato come fotografo al gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Firenze e dell’Istituto Storico della Resistenza Senese per la pubblicazione di “Poetiche e politiche del ricordo, memoria pubblica delle stragi nazifasciste in Toscana”, a cura di Pietro Clemente e Fabio Dei (Carocci-Regione Toscana, 2005). Ha lavorato come stampatore di collotipia presso la storica Azienda Fotografica Fratelli Alinari e come assistente al fotografo artista Massimo Vitali. Nel 2008 collabora come grafico e fotografo alla pubblicazione della monografia dello scultore Alberto Sparapani. Partecipa a varie mostre personali e collettive in Italia e in Svizzera. Insegna al Liceo Artistico indirizzo Audiovisivo e Multimediale "C. Piaggia" di Viareggio.

Swiss born, Cilentan by origin and Versilian by adoption, Florian D'Angelo has been dedicated to social and art photography for several years. Graduated with honors from the Academy of Fine Arts in Carrara, discussing the thesis "it's just a photograph". He collaborated as a photographer with the research group of the University of Florence and the Historical Institute of the Sienese Resistance for the publication of "Poetics and politics of memory, public memory of the Nazi-fascist massacres in Tuscany", edited by Pietro Clemente and Fabio Dei (Carocci-Tuscany Region, 2005). He worked as a collotype printer at the historic Fratelli Alinari Photographic Company and as an assistant to the photographer artist Massimo Vitali. In 2008 he collaborated as a graphic designer and photographer in the publication of the monograph by the sculptor Alberto Sparapani. He participates in various solo and group exhibitions in Italy and Switzerland. He teaches at the Audiovisual and Multimedia Art High School "C. Piaggia" in Viareggio.

STATEMENT

Un paesaggio, un rumore, una lettura, l’ascolto di una canzone, di un podcast, la visione di un film, una chiacchierata tra amici o sconosciuti, un odore. Sono le esperienze quotidiane, anche le più banali, a stimolare in me curiosità. Lo studio e l'approfondimento successivi, inevitabilmente, suscitano riflessioni sulla contemporaneità. Riflessioni e quesiti che traduco in progetti fotografici e in immagini. Questo, in fondo, credo sia lo scopo di ogni prodotto artistico: Suscitare domande. Domande a cui ognuno, per esperienze personali vissute, troverà liberamente le proprie risposte che non saranno mai univoche e definitive. In tutte le mie fotografie, che si tratti di fotografia in studio o all’aria aperta, è sempre presente, in modo ossessivo, la preparazione e lo studio dell’immagine finale. Nulla è casuale. Dal posizionamento della reflex, per ottenere composizioni razionali, geometriche e formali, alla sovraesposizione dei colori per creare atmosfere irreali e enfatizzare una fotografia metafisica, minimalista e silenziosa. La natura antropica invasa, sfruttata, modificata e inquinata dall'uomo è sicuramente il tema più ricorrente nei miei progetti da quando nel 2002 ho documentato il disastro ambientale in Galizia in seguito alla fuoriuscita di petrolio dalla nave Prestige.

A landscape, a noise, a reading, listening to a song, a podcast, watching a film, a chat between friends or strangers, a smell. It is everyday experiences, even the most trivial, that stimulate curiosity in me. Subsequent study and investigation inevitably trigger reflections on contemporaneity. Reflections and questions that I translate into photographic projects and images. This, after all, I believe is the purpose of every artistic product: to arouse questions. Questions to which everyone, through personal experiences, will freely find their own answers, which will never be unambiguous and definitive. In all my photographs, whether in the studio or outdoors, there is always obsessive preparation and study of the final image. Nothing is random. From the positioning of the reflex camera, to obtain rational, geometric and formal compositions, to the overexposure of colours to create unreal atmospheres and emphasise a metaphysical, minimalist and silent photography. Anthropic nature invaded, exploited, modified and polluted by man is certainly the most recurring theme in my projects since I documented the environmental disaster in Galicia in 2002 following the Prestige oil spill.